Il Natale che viene è un’occasione di cambiamento per ciascuno di noi. All’inizio dell’Avvento ci siamo ricordati che per gustare davvero il Natale è necessario saper attendere la Salvezza, vivere con il cuore rivolto a ciò che può rinnovarci.
Non è una festa che parla a chi pensa di non aver bisogno di nulla, né un tempo in cui essere “buoni” senza comprenderne il senso.
Il Natale è il rinascere del nostro Salvatore, che continua a raggiungerci in qualunque punto della storia ci troviamo, in qualsiasi momento della nostra vita. Egli nasce anche quando non siamo riusciti a vivere bene questo Avvento, anche quando ci sentiamo lontani o distratti.
Non serve recriminare o volgere lo sguardo indietro: ciò che conta è avere un cuore disposto ad accogliere quel Bambino, a lasciarsi plasmare dalla sua presenza, a mettere da parte il nostro egoismo e l’illusione di essere il centro di tutto.
Cogliamo l’occasione di ridare vigore alla nostra vita nella comunità. Nel tempo dei guru di internet, dei guru della vita, dei guru della storia e dei saggi del passato e del presente, abbiamo bisogno di ridare forza al nostro stare insieme, unico vero antidoto alle derive del mondo e alla nostalgia sterile del passato.
I nostri gruppi, dei quali spesso fatichiamo a percepire il valore, sono invece un’occasione preziosa e insostituibile per i nostri ragazzi nel tempo moderno: spazi di relazione vera, di crescita condivisa, di vita buona. Proviamo a rilanciarli con coraggio nella vita della nostra comunità cristiana.
E allora saremo davvero pronti a lasciarci condurre da quel Bambino, se custodiremo la certezza che Lui ci vuole bene, che è lì per noi, che solo in Lui si trova la pienezza della vita.